Ci sono luoghi che nascono da un’idea, altri che nascono da un bisogno. E poi ci sono quelli che nascono da una visione: un sogno così forte da diventare reale, capace di cambiare il destino di chi lo attraversa. IAC – Centro Arti Integrate è uno di questi luoghi.
Nel cuore di Matera, città che ha saputo reinventarsi attraverso la cultura, IAC non è solo una cooperativa, ma un’esperienza collettiva di creazione, di relazione e di crescita. Qui, il teatro non è spettacolo fine a sé stesso, ma un atto di resistenza e trasformazione, uno spazio in cui il singolo e la comunità si incontrano e si raccontano.
Un teatro che diventa casa
Tra i fondatori di IAC c’è Andrea Santantonio, un uomo che ha fatto del teatro una missione di vita. Chi lo conosce sa che nei suoi occhi c’è sempre quella scintilla che accende le storie, che rende ogni progetto un’avventura condivisa. Andrea non ha mai visto il teatro come un semplice palcoscenico, ma come un luogo vivo, in cui l’arte può diventare strumento di cambiamento sociale.

Quando nel 2010 ha contribuito a fondare IAC, aveva un obiettivo chiaro: creare uno spazio in cui le arti performative potessero essere accessibili a tutti, senza barriere, senza confini. Un luogo in cui la cultura fosse un diritto, non un privilegio.
Negli anni, IAC è diventato proprio questo: un punto di riferimento per artisti, cittadini e sognatori. Un laboratorio permanente in cui il teatro, la danza, la musica e la sperimentazione si intrecciano per dare voce a chi spesso non ne ha.
Educazione e partecipazione: il cuore pulsante di IAC
L’anima di IAC non è solo negli spettacoli, ma soprattutto nelle persone che ogni giorno lo abitano. Dai bambini che scoprono il potere della narrazione, agli adolescenti che imparano a esprimersi attraverso il corpo e la voce, fino agli adulti che trovano nel teatro un’occasione per riscoprirsi.

Andrea e il suo team credono che il teatro non sia solo arte, ma anche educazione. E così, negli anni, hanno dato vita a percorsi formativi, laboratori e progetti che hanno attraversato scuole, strade, quartieri. Hanno portato la cultura fuori dalle sale teatrali, dentro le vite delle persone.
Matera Città Aperta, Festival Nessuno Resti Fuori, residenze artistiche e spettacoli partecipati: sono solo alcune delle esperienze che hanno reso IAC un vero e proprio motore di comunità. Qui, la scena diventa un luogo di incontro tra generazioni, storie e identità diverse.
La cooperazione come scelta di futuro
Ma perché una cooperativa? Perché Andrea e i suoi soci hanno scelto un modello basato sulla condivisione e non su logiche individualistiche? Perché fare cultura oggi è un atto di responsabilità collettiva.
In un mondo in cui spesso l’arte è considerata precaria, IAC ha scelto la strada della sostenibilità e della progettualità condivisa. Essere cooperativa significa mettere al centro le persone, il loro lavoro, il loro valore. Significa costruire un percorso che non si esaurisce in un evento, ma che lascia un segno duraturo nel territorio.

E così, mentre Matera continua il suo viaggio nel panorama culturale internazionale, IAC resta un esempio di come la cooperazione possa essere uno strumento di crescita non solo economica, ma anche sociale e umana.
Un viaggio che continua
Chiunque entri a IAC porta con sé un pezzo di questo viaggio. Andrea Santantonio e i suoi compagni di strada sanno che fare teatro non significa solo mettere in scena uno spettacolo, ma costruire visioni, alimentare speranze, creare legami.
E se oggi Matera è conosciuta in tutto il mondo per la sua straordinaria capacità di raccontare il passato, IAC è la prova che il suo futuro si costruisce con le storie di chi sceglie di restare, di creare, di sognare insieme.
Perché in fondo, la cooperazione è proprio questo: un atto di fiducia verso il domani. E IAC, ogni giorno, lo mette in scena con passione, talento e ostinata bellezza.